Oggi, vi presento un'intervista a una giovanissima scrittrice. Lei si chiama Giulia Carla Bassani (nei social è conosciuta come "Astro Giulia").
Come sapete, di recente ho deciso di dedicare uno spazio aperto agli autori e autrici indipendenti, auto-pubblicati o sotto piccole case editrici, in particolar modo legati alla Science Fiction, nelle sue varie forme (ma non solo).
Vi ricordo che questo non è uno spazio dedicato a recensioni, ma è stato concepito più come un "microfono aperto", dove gli autori, attraverso le interviste, hanno la possibilità di parlare di sé e delle loro opere.
Ciò significa che non sempre mi capita di aver letto i libri dell'autore ospitato.
Tuttavia, in questo caso l'ho fatto. Ho letto il romanzo di esordio di Giulia Bassani e l'ho trovato semplicemente fantastico.
Fantascienza tecnologica ambientata in un futuro a noi assai vicino, con particolari tecnici precisi, ben descritti e soprattutto sapientemente integrati nella trama, perciò mai noiosi. E poi, personaggi assolutamente azzeccati: tre adolescenti nati sul Pianeta Rosso, alle prese con situazioni e pericoli tipici di un pianeta dove ogni errore può diventare fatale. Non "supereroi", ma teenager genuini, con tutte le speranze, i dubbi e le ansie tipiche dei loro coetanei, ma con in più il fatto di essere i primi umani nati sul suolo Marziano. Se c'è una cosa che i protagonisti di questo romanzo ci insegnano, è che nonostante i problemi e le difficoltà, gli esseri umani sono capaci di grandi imprese.
La storia vola via, pagina dopo pagina. Ho divorato questo libro, e spero che lo facciate anche voi, perché merita. Non fatevi ingannare né dalla giovane età dell'autrice, né dal fatto che i protagonisti siano degli adolescenti. È un bel romanzo che può e deve essere apprezzato da chiunque.
Innanzi tutto lo consiglio ai più giovani: leggete questo libro, perché sono sicuro che sarà fonte di ispirazione. Sul serio, dovreste leggerlo: i protagonisti di questo romanzo... potreste essere voi.
E poi lo consiglio anche a chi, come il sottoscritto, non è più un teenager da un bel pezzo: sono sicuro che resterete positivamente coinvolti da quest'avventura dove in ogni pagina si respira astronautica (o cosmonautica). L'autrice infatti è una studentessa di ingegneria aerospaziale, è competente in materia, ed essa stessa aspira a diventare un'astronauta.
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E ora, via con le domande:
1) Ciao Giulia, raccontaci come nasce l'idea di "Ad Martem 12", il tuo primo romanzo.
Ciao! L’idea è nata nel 2016, a seguito della mia partecipazione a un contest spaziale internazionale per il quale avevo sviluppato il progetto scientifico di una base su Marte. Mi ero dedicata così tanto a quel progetto che aveva cominciato a sembrarmi reale, così ho pensato di ambientarci una storia e ho scelto come protagonisti dei ragazzi in cui non solo io, ma tutti i giovani potessero ritrovarsi. Infatti questi personaggi, come hai ben detto tu all’inizio, potrebbero essere chiunque tra di noi… con la sola differenza che sono nati su Marte! Volevo creare una storia che potesse intrattenere e nel frattempo insegnare qualcosa del volo spaziale umano. E se poi si pensa che l’esplorazione umana di Marte è ormai a pochi decenni di distanza, credo che la questione si faccia inevitabilmente più interessante.
2) Prima di continuare con le altre domande, non posso che chiederti se hai in programma di scrivere un seguito. Continueremo a sentir parlare di Anna, Jordan e Yan?
Mi piacerebbe moltissimo, mi sono affezionata ai personaggi e mi manca scrivere di loro e delle loro avventure. Non posso promettere nulla, ma qualche idea che viene e va ce l’ho. Continuerò la loro storia soltanto se troverò un filo logico, coerente con quanto accaduto e sufficientemente emozionante. Altrimenti, piuttosto che forzare qualcosa, preferisco fermarla qui. Si vedrà!
3) Come mai la scelta dell'auto-pubblicazione? Come ti sei trovata in questo genere di esperienza?
Inizialmente, ad Aprile 2018, ho pubblicato con una piccola casa editrice, ma mi sono trovata molto male perché i lettori hanno riscontrato troppe difficoltà nel reperire i libri. Di conseguenza, a seguito di ulteriori problemi che non sto a elencare, ho fermato il contratto e deciso di auto-pubblicarlo sia in italiano che in inglese su Amazon, dove è tutto molto più semplice sia per me che per i lettori italiani e internazionali. Finché non troverò una casa editrice più grande o più sicura credo che resterò qui: per me l’importante è che chiunque abbia la possibilità di leggere il mio libro, senza difficoltà.
4) Quali sono gli scrittori a cui ti ispiri maggiormente, o che semplicemente ami leggere?
Non so rispondere con esattezza, forse perché non mi ispiro ad alcuno scrittore in particolare. Scrivo tanto e molto spesso, e pian piano sto costruendo e conoscendo uno stile di scrittura solo mio. Per quanto riguarda la lettura, leggo quasi tutti i generi: dai classici italiani e stranieri, ai saggi. Adoro le saghe fantasy e la fantascienza “realistica” di Andy Weir che al momento credo sia il mio scrittore preferito. Trovo che le sue opere “The Martian” e “Artemis” siano assolutamente geniali.
5) Da dove nascono le tue passioni per lo spazio e l'astronautica?
Diversamente da come si potrebbe pensare, da piccola non avevo così tanto interesse per lo spazio. Però potrei dire di aver sempre provato un certo fascino per l’ignoto in generale. La passione è nata poi alle medie, quando mi sono ritrovata a leggere delle storie a tema astronomico di Stephen Hawking, la prima delle quali con il titolo “La chiave segreta per l’Universo”. È stato il primo libro di spazio che ho aperto e da quel momento fino ad ora non ho più smesso di aprirne. Dopo di che, quando ero in terza liceo, Samantha Cristoforetti è diventata la prima donna italiana ad andare nello spazio ed è stato forse questo ad avvicinarmi ulteriormente al mondo dell’astronautica e dell’ingegneria in particolare.
6) Quali sono i tuoi film e serie TV preferite?
Il mio film preferito è Interstellar, se dicessi altro mentirei. Per quanto riguarda le serie TV, non ne seguo nessuna, più che altro per mancanza di tempo e mezzi. Però sono una grande appassionata del Marvel Cinematic Universe, ho visto tutti i film.
7) Giulia, tu stai studiando con l'obbiettivo di intraprendere la carriera di astronauta. Oltre ad augurarti un grandissimo in bocca al lupo affinché tu riesca in questo percorso, vorrei chiederti: che consigli daresti a chi, come te, nutre lo stesso tipo di aspirazione ma magari non sa nemmeno da dove iniziare?
Grazie mille! Dunque, il mio consiglio è quello di studiare moltissimo, imparare e fare più esperienze possibili. L’ESA richiede una laurea in ingegneria, medicina oppure scienze naturali e io consiglio di prendere la strada che davvero appassiona. Si deve essere ben consapevoli che diventare astronauta è estremamente difficile ed è importante avere un piano B. Io, ad esempio, se non ce la farò, sarò comunque un ingegnere aerospaziale e avrò la possibilità di lavorare in questo campo, facendo qualcosa che mi piace davvero. In breve: trovate quello che vi piace in campo scientifico e fatelo, restate in salute, studiate molto e imparate le lingue straniere. E in bocca al lupo!
8) Quella dell'astronauta è una vita fatta di impegno, coraggio e sacrificio. Cosa ti spinge a intraprendere questo genere di sfida?
Amo le sfide. Rubo la citazione al presidente Kennedy e affermo di voler diventare astronauta non perché è semplice, ma perché è difficile. Per lo stesso motivo da piccola cercavo di arrampicarmi il più in alto possibile sugli alberi. Per lo stesso motivo adesso studio russo e cinese. Sto cercando di dimostrare che niente è impossibile e nel frattempo incoraggio gli altri intorno a me a seguire i loro sogni.
9) Nel 2016 hai partecipato al concorso internazionale "Odysseus Space Contest", presentando un tuo progetto di base autonoma su Marte. Ti andrebbe di raccontarci qualcosa riguardo questa esperienza? È stato molto impegnativo?
Ho partecipato insieme a un mio compagno di classe. La bellezza di questa esperienza credo sia stato il fatto che quando abbiamo iniziato non sapevamo quasi nulla di ingegneria ed esplorazione spaziale umana. Ci siamo messi a ricercare e studiare e abbiamo creato un progetto iniziale pieno di lacune e inesperienza che comunque è riuscito a passare alla fase successiva, insieme ad altri team italiani. Quel passaggio ci ha dato molta motivazione, abbiamo incontrato esperti del settore e abbiamo migliorato il progetto finché non ci siamo ritrovati a esporlo in Inglese di fronte ad una giuria internazionale presso l’ALTEC a Torino. E incredibilmente, dopo tutti gli sforzi, abbiamo vinto noi. Così a Luglio 2018 ci siamo recati all’Euro Space Center di Transinne, in Belgio, dove abbiamo presentato il progetto ad una commissione di esperti, tra cui l’astronauta Matthias Maurer. Oltre a noi, team italiano, c’erano alcuni altri team da tutta Europa, composti da ragazzi appassionati come noi, con cui abbiamo fatto amicizia e condiviso conoscenze. È stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita, se non fosse accaduto non avrei mai scritto Ad Martem 12!
10) E ora una domanda che mi sembra d'obbligo rivolgerti. Se un domani avessi la possibilità di intraprendere una missione di viaggio su Marte, accetteresti di prenderne parte?
Soltanto se il piano di missione comprende il rientro sulla Terra. In tal caso sì, accetterei.
11) ...e in caso affermativo: continueresti a scrivere anche se vivessi in una stazione orbitante, o in una "Aresland"?
Non smetterei mai di scrivere. L’unico momento in cui non scrivo è durante le intense sessioni esami del Politecnico di Torino, lì è proprio impossibile. A parte gli scherzi, qualunque cosa farò nella vita, troverò sempre un po’ di tempo per scrivere.
12) A tutte le persone in ascolto che ancora non hanno letto il tuo romanzo. Cosa troveranno in "Ad Martem 12"? Esiste un particolare messaggio che hai inteso veicolare attraverso il tuo libro?
Paragono sempre la lettura di Ad Martem 12 a un viaggio su Marte, quindi, se state per leggerlo: allacciate le cinture e lasciatevi trasportare in una realtà a duecento milioni di chilometri di distanza. Credo che lo scopo e il messaggio di questa storia sia che non importa chi siamo, dove siamo nati o che ruolo ricopriamo. Di fronte al viaggio spaziale siamo tutti uguali e siamo tutti insieme ed è qualcosa che ci riguarda tutti, anche se magari non direttamente. Ed essere nati sulla Terra oppure su Marte, come si scopre alla fine, non fa alcuna differenza.
13) Nuovi progetti in cantiere?
Certamente, molti. Ma nulla di cui possa parlare al momento!
14) Grazie Astro Giulia per la tua disponibilità per questa intervista!!! Chiudiamo con un messaggio diretto a chiunque in ascolto: qual è il modo migliore per restare aggiornati riguardo le tue prossime pubblicazioni e attività?
Condivido le mie avventure e notizie scientifiche su Instagram e Twitter dove mi trovate come @Astro_Giulia e sulla pagina Facebook, Astro Giulia.
Grazie mille per l’opportunità e le belle domande!