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Se non hai visto l'ultima stagione del Trono di Spade, non continuare la lettura di questo articolo.
Premessa.
Game of Thrones è una tra le serie che preferisco. L'ultima stagione ha scatenato una vera e propria rivolta da parte di una buona fetta di pubblico, così ho pensato di dire la mia a riguardo.Inizio con una considerazione. Stiamo parlando di una serie TV. Bella, coinvolgente, innovativa, tra le migliori, ma pur sempre una serie... Perciò, direi che non è il caso di lasciarsi trascinare da follie collettive, quali ad esempio l'idea di poter modificare il finale di una produzione televisiva (milionaria) a colpi di petizioni online.
Forse una gigantesca manifestazione con un milione di Immacolati e qualche Dracarys incazzato sarebbe più credibile.
Altra doverosa premessa: non ho letto i libri. (Questo dibattito da bar è circoscritto alla versione televisiva) Sì, lo so, lo so... Rimedierò.
Non si può accontentare tutti.
Credo che di fronte a qualsiasi altro tipo di finale, non sarebbero mancate proteste e forti delusioni.Questo fa parte della specificità di Game of Thrones: una storia basata su più personaggi capaci di poter assurgere al Trono di Ferro. È quindi normale che ognuno parteggi per il suo personaggio preferito... ma non tutti possono vincere.
Personalmente, sono sempre stato un grande fan di Arya Stark, un personaggio a cui mi sono affezionato già dalle prime puntate e di cui ho seguito con grande interesse la crescita e l'evoluzione. Un cammino a tratti esoterico, quello di Arya, fatto di sacrificio e rinascita. E vendetta, ovviamente. È la genesi di una giovane guerriera: Arya un personaggio che spacca, un mix vincente di ottima scrittura unito alla grande capacità attoriale della giovanissima Maisie Williams.
(In generale, i miei personaggi preferiti sono Arya, Sansa e Ghost. Seguiti da Tyrion a pari punti con Cercei e Jon).
Ebbene, tornando al personaggio di Arya, devo dire di aver raggiunto livelli di esaltazione stratosferici nel vederla mandare al tappeto il Night King con quel fantastico passaggio dell'arma da una mano all'altra (una tecnica che lei ci ha già mostrato in precedenza, durante quell'allenamento con Lady Brienne).
Tuttavia, ho immaginato che questa eroica impresa l'avrebbe, di fatto, esclusa da un'ipotetica vittoria finale. Perché altrimenti l'economia della narrazione sarebbe stata troppo sbilanciata verso di lei. Anzi, per questo motivo ho pure temuto che potesse finire eliminata proprio nel finale (nonostante George R.R. Martin, a suo tempo, ha confessato che se mai lo avesse fatto, sua moglie avrebbe richiesto il divorzio).
In tal caso, sì, lo ammetto: se ciò fosse accaduto ci sarei rimasto male.
Quindi dal punto di vista del tifo organizzato legato alle fazioni di Game of Thrones, posso ritenermi ampiamente soddisfatto. (Come on you Stark!). Il #teamArya porta a casa un ottimo risultato. Così come non nascondo la mia approvazione nell'assistere all'incoronazione di Sansa Stark finalmente regina. Regina del Nord certo, non di tutti i regni, ma chi se ne frega: è ciò a cui lei ha aspirato, già dalla prima puntata (ricordate?).
Game of Thrones è la saga degli Stark.
Dopo esser arrivato al finale, mi rendo conto che in fondo Game of Thrones è una saga incentrata principalmente sul casato degli Stark. A mio modesto parere, sembrano proprio loro gli elementi centrali della storia narrata.
Distrutti, massacrati, traditi, dispersi... eppure mai completamente sconfitti. In questo senso, la storia assume un connotato assai tradizionale, in linea con i tipici canoni dell'epica: caduta, perdita, viaggio, risalita, riscossa, vittoria. Sì perché sono loro a vincere, e a prendersi il Nord, il Nord oltre la Barriera, il trono dei Sette Sei Regni... e chissà che Arya non piazzi qualche bandierina con l'effige del Metalupo a Occidente di Westeros? (Spero proprio di vedere uno spinoff del genere).
Tutti gli altri, le altre casate e gli altri personaggi? Sono avversari, nemici o comprimari. Ora appare chiaro, l'abilità degli autori è stata quella di averci fatto credere il contrario, per tutto questo tempo. (O almeno, di averlo fatto credere a me).
Ciò che ha contraddistinto le avventure dei sopravvissuti Stark (compreso Jon, che sappiamo essere un "mezzo" Stark, ma è comunque cresciuto con loro) è il fatto di esser rimasti, almeno idealmente, sempre uniti fra loro.
E qui la metafora con il branco di (Meta)lupi credo che calzi a pennello: quello dimostrato dagli Stark è un senso di appartenenza familiare diverso rispetto a quello dei Lannister, essendo quest'ultimo più incentrato su logiche e interessi di potere.
Ned e Kat hanno cresciuto i loro ragazzi in modo diverso. Ad esempio, un aspetto che ho apprezzato durante le prime puntate è stato il rapporto tra Ned e la piccola Arya. Invece di relegarla ai noiosi compiti da damigella, ha incentivato la propensione personale della ragazzina verso le discipline marziali.
Ottima mossa, Ned! Potremmo dire col senno di poi.
Detto questo, cosa non è andato in questa stagione finale?
L'ottava stagione di Game of Thrones ha scatenato enormi polemiche da parte di tanti fan, con un crescendo di malcontento che è letteralmente esploso nel gran finale. I social sono stati sommersi da proteste, petizioni e quant'altro. In tanti hanno lamentato l'esistenza di (cosiddetti) "buchi di trama", segnalati praticamente in ogni puntata di quest'ultima stagione.Premetto che per esprimere una posizione più netta a riguardo, avrei necessità di riguardarmi con attenzione tutte le puntate dell'ottava stagione. (Cosa che al momento non posso fare, perché avrei un paio di cose in ballo). Detto ciò, prendete pure con il beneficio del dubbio, quanto sto per dire.
Sono convinto che non si tratti tanto di buchi di trama, in certi casi, ma di "cose non dette", o tralasciate. Insomma, omissioni.
C'è una differenza fra omettere un'informazione, un elemento, o un passaggio nella trama e invece sbagliare completamente uno snodo narrativo dal punto di vista logico, della coerenza o della tempistica.
Se proprio dovessi rivolgere una critica a questa ottava stagione, lo farei mettendo in evidenza un'eccessiva fretta nel voler chiudere tutto. Con tutta probabilità, con qualche altra ora a disposizione, si sarebbero potuti rendere più chiari certi passaggi. Ma... C'è un "ma". E adesso ci arrivo.
Se riguardassimo l'intera serie di GOT con la stessa pignoleria con cui analizziamo ogni singolo particolare di questa ottava stagione, siamo sicuri che non finiremmo per sollevare nuovi dubbi e problematiche?
Personalmente, quando guardo una serie TV non perdo tempo a passare al microscopio ogni minimo elemento alla ricerca di "bug" narrativi.
Chiaramente, di fronte ad aspetti palesemente errati o incoerenti non chiudo certo gli occhi e, in tal caso, è la contraddizione stessa a saltar fuori, da sola. Ma se la storia mi convince, se esiste una sufficiente "sospensione dell'incredulità", se i personaggi funzionano, se l'alchimia dei vari ingredienti narrativi mi convincono... beh a me sta bene così.
Vediamo alcuni esempi.
- Durante la Battaglia di Grande Inverno, quando tutto pare perduto, dalle tenebre, Arya Stark sbuca fuori alle spalle del Night King. Eppoi sappiamo come va a finire.Ho letto diverse osservazioni riguardo al fatto che non sia chiaro quale strada abbia percorso, quanto fosse distante, come avrebbe fatto a superare le mura della fortezza ormai distrutta, ecc.
Osservazioni legittime. E devo dire di averle prese in seria considerazione, e di averci perso anche un po' di tempo a pensarci sopra e ad analizzare il tutto. Mi son fatto trascinare nel bel mezzo del vortice delle ipotesi, calcoli ecc.
Poi però ci ho dato un taglio.
Già, perché la cosa importante, davvero importante, è che quella puntata per me è stata una gran figata. Con un livello di epicità e di preparazione allo scontro a dir poco toccante.
Quella puntata è un piccolo capolavoro. E non mi sarei mai aspettato di vedere Arya entrare in scena in quel modo.
Ma come avrà fatto ad arrivare alle spalle del nemico? Non è dato di saperlo. E forse è giusto così. Perché se gli autori ci avessero fornito qualche indizio, ad esempio: lei che sale a cavallo, o che corre, che supera qualche ostacolo ecc, in quel modo avrebbero "sputtanato" completamente l'effetto sorpresa. Invece, Arya appare dalle tenebre. Sappiamo che è capace di farlo, ma in quel momento non è importante conoscere il "come".
La sospensione di incredulità è stata rispettata. E la scena funziona. Eccome se funziona.
- Puntata "the Bells". Come avrebbe fatto Danaerys Targaryen a schivare abilmente tutti i terribili giavellotti lanciati dai cosiddetti Scorpioni (enormi balestre posizionate sulle navi)?
In precedenza, il drago Raeghal è stato (aimè) abbattuto con così tanta facilità... A mio avviso, nemmeno qui siamo di fronte a un vero e proprio buco di trama, ma abbiamo a che fare con delle omissioni.
Innanzi tutto, ricordiamoci che il drago Raeghal era ferito, e quindi certamente più vulnerabile. Tuttavia, forse questo non basta a spiegare una tale abilità da parte di Danaerys.
Si potrebbe ipotizzare che Khalesi abbia studiato una qualche tattica di volo. Ci avrà pensato sopra... e avrà elaborato una serie di manovre evasive. Magari è il drago stesso che ha imparato a farlo (non dimentichiamo MAI che sono animali estremamente intelligenti). Insomma, potrebbero esistere motivazioni e spiegazioni valide, che però non sono state mostrate. A differenza dell'esempio precedente, stavolta avrei approfondito maggiormente la questione. Ma, anche in quel caso, in fondo in fondo sarebbe cambiato qualcosa?
- Ancora: Danaerys impazzisce e devasta Approdo del Re, rinnegando tutto ciò in cui ha fino a quel momento creduto. Ritengo che gli autori ci abbiano voluto mostrare (o rammentare) come nella realtà sia sempre possibile generare enormi sofferenze, pur facendo riferimento ad alti e nobili ideali. Ma al di là di questo, capisco che tutti i fan sfegatati di Danaerys possano esserci rimasti male, molto male (per non parlare del finale). Lo capisco.
Però, una tale evoluzione (o involuzione) del personaggio è perfettamente coerente con quanto precedentemente narrato. E non mancano certo gli elementi che avrebbero potuto consentirci di immaginare una tale svolta. Tali indizi c'erano, ma sono stati abilmente mescolati e seppelliti nelle trame... per ingannarci proprio sul finale.
Quella di aver trasformato un personaggio talmente fondamentale e profondo come Danaerys Targaryen in un così breve lasso di tempo, è una delle critiche più popolari in questo momento.
Anche in questo caso sarei portato a credere che, con più minutaggio a disposizione, gli autori sarebbero stati in grado di sviluppare in maniera più approfondita la genesi che ha condotto Danaerys a diventare la cosiddetta "Mad Queen". È vero, da un certo punto di vista, il tutto appare un po' troppo veloce. Però anche in questo caso (sempre a mia modesta opinione) c'è un "ma".
Se gli autori avessero speso più tempo per questo genere di evoluzione del personaggio, non sarebbe forse venuto meno (anche in questo caso) l'effetto sorpresa? Senza ombra di dubbio, l'obbiettivo degli autori era quello di stupire e provocare scalpore, con qualcosa che nessuno avrebbe dovuto aspettarsi. E in tal senso, anche tutta la ribellione e il disappunto del pubblico è una normale e logica conseguenza di questo tipo di scelta.
Se avessero speso anche solo una puntata in più, sarebbero stati in grado di conferire maggiore respiro a questo importante snodo, senza sacrificare l'effetto sorpesa? Difficile (e forse anche futile) rispondere a questa domanda. Se, come in passato, gli sceneggiatori avessero goduto dei riferimenti letterari prodotti da George R.R. Martin, forse non avremmo notato imperfezioni e non ci sarebbero stati errori? Troppi "se" e troppi "forse" a cui è inutile rispondere. Perciò...
- Veniamo al vincitore finale. Personalmente, su questo aspetto non mi ci soffermerei più di tanto. Come dicevo, è normale che un finale possa causare proteste e disappunto. Certo, se fossero saliti al trono Jon e Dany e insieme avessero regnato in pace e armonia, avremmo assistito a molte meno polemiche. Ma il quadretto sarebbe stato anche abbastanza scontato. E le cose scontate non sono mai state di casa in Game of Thrones.
In conclusione.
Quest'ultima ottava stagione del Trono di Spade mi ha soddisfatto. Certo, per alcuni versi è differente dalle altre, ma è appunto una stagione finale. E una stagione finale è sempre problematica, dal punto di vista del gradimento del pubblico, perché tanta gente semplicemente non vuole un finale. Non vuole accettare che una serie possa finire. E un finale, se fatto bene, divide sempre.Certo, sicuramente non è esente da errori. Ma ripeto: attenzione, perché se dovessimo adoperare la stessa minuzia investigativa sulle altre stagioni (o su qualsiasi altra serie), smontando ogni fotogramma, credo che daremmo vita a un'inquisizione senza fine, inutile (e magari rischieremmo di finire come l'Alto Passero).
Preferisco concentrarmi su ciò che mi è piaciuto. E ci sono tanti aspetti che ho apprezzato, cose che mi hanno stupito e sorpreso. Questo è ciò che conta.
Il finale tra Jon e Dany (e Drogon) non me lo aspettavo. E l'ho trovato poetico, oltre che assai tragico. La distruzione del trono da parte di Drogon la ritengo a dir poco azzeccata e originale. Mi piace pensare che il drago abbia scelto di distruggere quel simbolo del potere, che poi rappresenta la reale causa della morte della madre dei draghi.
E mi ha preso in contropiede anche l'incoronazione finale. Avrei scommesso di vedere Tyrion sul trono, invece... E comunque, da quel momento mi è tornata in mente una certa scena risalente alla prima puntata (della prima stagione). Bran, Cercei e il "Kingslayer".
Sì, ci sta il finale.