Intervista a Alessio Cadamuro, autore del romanzo "DREIW 2036: Fai quello che ti dice, ferma il loop".
Oggi lo "Spazio autori" di NMCBOOKS.COM si tinge di Fantascienza distopica con Alessio Cadamuro e il suo romanzo di esordio.
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Se qualcuno ti scrivesse dal futuro per cambiare il tuo presente?
2036, Martin Freis lavora al Dipartimento Numerale di Derna, l'ente incaricato di analizzare e catalogare le tendenze del Social.
Sette anni fa, era uno dei più giovani fisici del paese, operava al CERN, un sogno diventato realtà. Ma quel maledetto giorno cambiò la sua vita per sempre.
A Derna, la capitale della Swizra, il paese che domina nell'ExEur, la libertà sta giorno dopo giorno diventando un'illusione.
Gli abusi di potere e i complotti da parte delle DreiW, il braccio armato della Reggenza, sono all'ordine del giorno. Violenza, intrighi, macchinazioni mediatiche, qualsiasi mezzo per influenzare il popolo e mantenere il potere.
La carta è proibita, ogni persona ha l'obbligo di essere iscritta al Social e tutti i media devono essere online su base digitale.
La privacy non esiste più, internet ha monopolizzato la vita delle persone e ne indicizza i pensieri.
Sembra tutto già scritto, ma Martin è destinato a fermare il loop, il futuro dipende da lui. E lui dipende dal futuro.
1) Ciao Alessio, raccontaci del tuo esordio come scrittore, cosa ti ha spinto nell'intraprendere questo percorso?
Ciao Nicola, ti ringrazio per avermi proposto questa intervista. Se devo essere sincero, non ricordo il momento in cui ho pensato "adesso scrivo un romanzo!", è una situazione che si è creata un poco alla volta. Ho scoperto di amare la scrittura grazie ai social, qualche anno fa ho iniziato a pubblicare dei post ironici e comici, dei pensieri e riflessioni casuali, mescolando l’italiano al dialetto veneto, riscuotendo un discreto successo fra gli "amici" social. Col tempo ho creato un personaggio Signor Ciòme e la relativa pagina Facebook, (sarebbe Signore prendimi, un esclamazione che mia nonna diceva spesso) e mi sono accorto che quando scrivevo i post, entravo quasi in trance, mi perdevo nei pensieri, e mi piaceva un sacco. Così dato che avevo delle idee su una storia, ho iniziato a buttar giù degli spunti e pian piano la storia ha preso vita.
2) Da dove nasce la tua passione per il genere fantascientifico?
Mi ha sempre affascinato fin da piccolo, anzi la parola giusta forse è terrorizzato. Avevo la fobia degli UFO e degli alieni, tanti bambini temono i mostri, i ladri, io me la facevo sotto con gli extraterrestri. Ed è una cosa che mi sono portato avanti fino ai vent’anni circa. Sì, fa ridere immagino, ma era più forte di me. Con gli anni la paura è passata e oggi mi fa sorridere se penso a quel periodo.
3) Quali sono le opere di Fantascienza che preferisci o che ti hanno maggiormente ispirato? (Senza distinzione tra libri, serie TV, film, fumetti, videogame...)
Adoro le storie che parlano di viaggi nel tempo, tecnologia, distopia o paradossi. Per molti anni Minority Report è stato il mio film preferito, l’ho riguardato pochi mesi fa e credo di aver superato la decina di visioni. Poi lo scettro è passato a Donnie Darko, che ha regnato per un bel po’ di anni, fino a che non ho incontrato Interstellar, che immediatamente è balzato al primo posto. Da poco ho visto la seconda stagione di Dark e la terza di Stranger Things, due serie spettacolari. Non posso non citare "L’esercito delle 12 scimmie", "Looper", "Arq". Non credo esistano film di viaggi nel tempo che io non abbia visto.
4) Raccontaci del tuo processo di scrittura. Cosa avviene dietro le quinte?
Tutto è nato a causa di una e-mail spam che ho ricevuto a lavoro. Era datata 2036, evidentemente c’è il modo di ingannare i server e far figurare che la mail sia stata inviata con quella data, un trucchetto che ha fatto si che quel messaggio fosse sempre al primo posto nell’app della posta elettronica. Lì ho pensato, e se un giorno arrivassero dei messaggi dal futuro? E così tutto è partito.
All’inizio, non avevo la minima idea di come fare, ho passato credo due o tre mesi a leggere blog su internet su come impostare, su come scrivere, su che persona usare per raccontare la storia. Ho optato per la prima persona al presente, prendendo spunto dal romanzo Hunger Games, una scrittura semplice e diretta che coinvolge il lettore. Ho definito le basi della trama e creato il contorno della storia. Poi man mano che scrivevo, lasciavo che la storia si creasse da sola, come mi veniva al momento.
5) Tu sei un autore auto pubblicato ("self published"). Raccontaci del perché di questa scelta ed esperienza. Lo consiglieresti a un autore agli esordi?
Il self published è metodo il più semplice e veloce, quando ritieni che il tuo lavoro sia pronto, non vuoi aspettare e vorresti che il mondo lo vedesse. Subito. La cosa difficile è far capire al mondo che il tuo lavoro è valido e potrebbe essere interessante.
6) In Italia sempre più persone, anche giovani, amano la Fantascienza nel cinema, nelle serie TV, nei comics, videogame, ecc, purtroppo non si può dire lo stesso per la Sci-fi in forma scritta. Cosa manca, secondo te, affinché anche la Fantascienza letteraria possa sfondare nel grande pubblico, come avviene in altri Paesi?
Questa è una bella domanda. Credo dipenda dal fatto che ci sono altre categorie che vanno forte, come i thriller o gialli, o i romanzi rosa. Forse la fantascienza è stata troppo "sfruttata" nel passato con autori come Asimov e Dick, e oggi è difficile creare qualcosa di innovativo e di non già visto. Molti film degli ultimi anni sono infatti tratti da racconti di molti decenni fa.
7) Da sempre, la Fantascienza spinge il suo pubblico a interrogarsi sul mondo in cui viviamo, stimolando una riflessione sulla nostra realtà e condizione. Secondo te, la Fantascienza possiede ancora una funzione utile al miglioramento della nostra società, oppure è solo una delle tante forme di intrattenimento?
Sicuramente c’è un’azione d’intrattenimento, ma offrono molti spunti di riflessioni sul futuro, il problema è che tanti (me compreso) dicono: “Sarà proprio così se andiamo avanti di questo passo”, ma ci lasciamo travolgere dalla quotidianità senza riuscire a fare nulla.
8) Da dove trai l'ispirazione nella creazione dei tuoi personaggi?
Nascono da soli, so che può sembrare una frase fatta, ma mentre penso o scrivo, il personaggio prende forma, un po’ come nei sogni. Come nascessero da una rielaborazione inconscia di varie esperienze di vita. Martin, il protagonista di DreiW, è senza gambe, cammina con l’ausilio di protesi simili a quelle che utilizzano i paratleti di atletica. Anche qui, non saprei dire perché mi sia venuto in mente questo dettaglio, davvero non ricordo il perché, è apparso così.
9) Se dovessi rivolgerti a chi ancora non ha avuto modo di leggere il tuo ultimo romanzo: cosa trova un lettore in DREIW 2036?
La storia è ambientata in un ipotetico futuro distopico, molto verosimile. Ci sono parecchi punti che riportano ai giorni nostri, come la chiusura dei confini statali, la divisione dell’Europa, l’abuso dei social e smartphone. La carta è stata bandita, e niente può essere scritto in analogico, ma solo in digitale, in maniera che lo stato, "La Reggenza" sia in grado di analizzare qualsiasi dato o contenuto degli utenti, e influenzarne il pensiero. Quando questo non basta, entrano in azione le DreiW, le forze armate del governo, adepte alla violenza. DreiW che è anche il titolo, non è altro che drei w, ovvero tre w, le www di internet.
10) Ci sarà un seguito per DREIW 2036?
Sì ci sarà. Non so quando uscirà, ma il progetto è operativo, anche se la storia in sé potrebbe ritenersi conclusa. Il sequel più che il continuo sarà un implemento della storia, ma non anticipo nulla.
11) Raccontaci dei tuoi progetti futuri, cosa bolle in pentola?
Ora come ora sto lavorando su un romanzo thriller, un’idea che mi è venuta mentre scrivevo DreiW e che ho accantonato per quasi due anni, ma finalmente sta prendendo vita. Non anticipo nulla però.
12) Qual è il tuo rapporto con il pubblico, quali sono le situazioni in cui preferisci interagire con i tuoi lettori?
Se devo essere sincero, non ho ancora fatto una presentazione ufficiale, e credo che per il momento non la farò. La vedo molto come una cosa presuntuosa. Ho avuto delle proposte, ma alla fine non è mai andato in porto nulla. Però quando qualcuno mi dice: “Ehi ho letto il tuo libro!”, sono curioso di sapere il loro parere e più che altro capire se hanno colto i punti per me fondamentali della storia.
13) Quando non scrivi, come impieghi il tuo tempo?
Ma dipende, ci sono dei giorni in cui non vedo l’ora di sedermi e scrivere, in cui tutti i tasselli si uniscono in automatico e basta seguire il flusso. Altre volte il vuoto, e lì allora m’impongo lo stesso di scrivere, se dopo un’ora ho preso ritmo, continuo, in caso contrario mollo il colpo. Ed è frustrante, perchè quando ho voglia di scrivere non posso farlo, e quando posso farlo sono troppo scarico e non esce nulla.
14) Ringraziandoti per la tua disponibilità per questa intervista, chiudiamo con un messaggio aperto a tutte le persone in ascolto: qual è il modo migliore per restare aggiornati sui tuoi libri, seguire le tue attività, e contattarti?
Sicuramente su Instagram, @alessiocadamuro, ma anche su Facebook, sempre Alessio Cadamuro, sia nel profilo personale che nella pagina dedicata.
Grazie ancora per la disponibilità.